MUM – Museo Ugo Marano

di Maurizio Pesci e Giuseppe Sarti

Cosa lega il pensiero di un artista, quello di un economista, il progetto di sviluppo di una città, l’artigianato artistico, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la solidarietà e l’inclusione sociale?

Per chi non ha mai incontrato Ugo Marano sicuramente non verrebbe in mente di rispondere: un museo d’arte.

ugo-marano Chi invece ha conosciuto e recepito il pensiero di Ugo Marano e Pasquale Persico, che hanno collaborato ai Piani di Sviluppo di diverse Amministrazioni Comunali del nostro territorio, sa che secondo loro un Museo viene immaginato come un contenitore “vivo” per conservare ed esporre opere di ricerca, quelle che hanno proposto rotture culturali e propositive rispetto alla ricerca storica sull’identità di un territorio.

Per Ugo Marano “un piccolo museo d’arte doveva, proprio perché piccolo, contenere densità concettuali ed utopiche più grandi della città, per dare a questa la creatività necessaria a vivere bene la metamorfosi nella storia della città che verrà”.

L’Associazione culturale DNA Maratea, luogo cui Ugo Marano era molto legato, e dove tra l’altro ha vissuto un grande ferrarese come Giorgio Bassani, ha promosso la nascita a Ferrara di un Museo dedicato ad Ugo Marano; la famiglia dell’artista, a 3 anni dalla sua morte, si è resa disponibile a dare in comodato temporaneo (7anni rinnovabili) opere e idee legate al tema della città, dell’architettura e dello sviluppo, senza trascurare i temi dell’apprendimento e dell’inclusione sociale.

ASP Ferrara ha recepito tale disponibilità ed ha ristrutturato l’abside della Chiesa SS. Pietro e Paolo in Via Benvenuto Tisi da Garofalo, realizzando uno spazio museale e laboratoriale, di dimensioni ridotte ma dalle potenzialità vastissime.

L’idea del Museo Ugo Marano (il cui acronimo MUM ha anche un secondo significato: Manifacturing Unusual Men) è dunque di creare un luogo “vivo”, del tutto appartenente alla città, ma allo stesso tempo autonomo e libero, dove pittori, autori, musicisti, corali, artigiani, studenti, persone con disabilità e cittadini in genere possano far conoscere i propri prodotti e conoscere quelli altrui.

Presso il Museo Ugo Marano di Ferrara si alterneranno quindi piccole mostre e/o rassegne a cura di DNA Maratea e dell’Istituto Don Calabria Città del Ragazzo, per presentare opere artistiche o manufatti creativi, frutto dell’ingegno, della maestria e della ricerca creativa, coinvolgendo le scuole ferraresi, il sistema dell’artigianato locale, le cooperative sociali ed associazioni culturali.

Per i primi mesi di vita, il museo è stato aperto solo il sabato mattina con l’alternarsi di molti “direttori per un giorno”, proprio perché lo spirito sia quello di un luogo che, senza appartenere ad alcuno, appartenga a tutti, e dove tutti saranno invitati ad elaborare progetti, a presentare proposte, realizzare eventi.

Le opere di Ugo Marano faranno da filo conduttore, stimolo e polo di attrazione, oltre che per il loro valore artistico, quale fonte di ispirazione per altri eventi, quasi come strumento moltiplicatore di iniziative culturali, artistiche ed artigianali, il tutto con una connotazione di fondo imperniata sull’apprendimento continuo, sulla solidarietà e la partecipazione sociale.

Dalla apertura del MUM a Ferrara nascerà quindi un laboratorio di confronto tra diverse soggettività istituzionali che permetta a persone in carne, ossa e menti di esprimere una volontà che porti a nuove attività del fare con spirito innovativo e con un approccio da “bottega artigianale”.

Per i nostri giovani occorre infatti recuperare una cultura dell’artigianato, in cui spicca la figura dell’artigiano quale modello da seguire, perché sa lavorare con maestria, lo fa con amore per ciò che fa e cerca ogni volta di farlo meglio (si veda la definizione di craftsmanship di R. Sennett). Nella bottega artigiana si impara “un lavoro” (acquisendo competenze tecniche) ma si impara anche “a lavorare” (ad essere responsabile, autonomo, flessibile, collaborativo, orientato al miglioramento continuo).

I mercati del lavoro che verranno, tuttavia, non hanno solo bisogno di nuove competenze tecniche, ma richiedono sempre più “soft skills”, come la capacità di pensare in modo fantasioso ed aperto per elaborare soluzioni a problemi complessi legati alla produzione di beni materiali ed immateriali.

L’Unesco ha recentemente definito i contorni del Rapporto Mondiale sull’economia creativa in cui sta emergendo una nuova economia della cultura e dello sviluppo che, senza togliere enfasi sulla diffusione della tecnologia punta molto sull’inclusione e sull’innovazione sociale.

Ecco allora che il programma di un piccolo museo si fa rassegna e specchio di un più vasto laboratorio territoriale e si mostra nei luoghi adatti, MUM e territorio, per provocare nuove reti di inclusione di persone ed attività.

Citando l’economista Pasquale Persico “Un nuovo umanesimo inclusivo e morale deve aprire le porte allo sviluppo dei territori, ed a partire dalle arti si possono sviluppare temi di grande rilevanza ed apportare idee capaci di ricucire attività e comportamenti per una nuova visione sistemica delle attività dell’uomo e della natura. L’artista Ugo Marano ha ispirato con la sua arte ‘canoni inusitati’ che oggi possono essere riconosciuti ed ampliati dall’incontro con altre idee ed alti artisti del fare, fino ad esaltare i temi della città e dell’altra città, vicina o distante, interna od esterna al quotidiano della nostra vita”.

MUM – Museo Ugo Marano
Via Benvenuto Tisi da Garofalo
Ferrara

 

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