Gaetano Boschi-Umanista e letterato

A volte il letterato Boschi non solo si sovrapponeva, ma poteva prendere il sopravvento, con altrettanto ottimi risultati, sul medico-psichiatra Boschi: la narrazione della triste vicenda di Michele ne è testimonianza, come lo sono anche altre opere non direttamente riconducibili alla storia famigliare. 

Sfogliando la bibliografia boschiana, tra le numerossisime opere e prevalenti opere di carattere medico, non possono sfuggire alcuni titoli dell’acuto Boschi scrittore, tra i quali non poteva mancare un saggio sull’analisi della pazzia di Orlando (Diagnostica della pazzia di Orlando, «Pensiero Medico», [Milano], giugno 1952). Si possono ancora ricordare, oltre a testi e a discorsi commemorativi, il volume La guerra e le arti sanitarie (Milano, A. Mondadori, 1935), Qualche pensiero psicologico sull’arte (Ferrara, Industrie Grafiche 1928), Filosofia dell’arte ed esegesi delle sue manifestazioni (Torino, Minerva Medica, 1950), nelle quali è sempre comunque presente, a volte velato ma evidente per il lettore attento, l’intreccio con la psicologia, che non manca – fin dal titolo – in Lucrezia Borgia (sintesi storica e psicologica) (Bologna, Cappelli, 1923, ma letta al Lyceum di Firenze il 25 gennaio 1922);

Ancora ricordiamo qui la grande opera Dante e la natura dell’uomo di genio (Roma, Industria Tipografica Imperia, 1955), materia applicata a Torquato Tasso e trattata l’anno precedente nella seduta solenne dell’Accademia delle Scienze di Ferrara il 25 settembre 1954: Torquato Tasso e la natura dell’uomo di genio. 

Un posto particolare occupa un breve articolo “Pensieri sulla natura degli ebrei” (Medicina sociale, Ed.Minerva Medica, 1962), note di biopsicologia sociale nelle quali riconosce l’indole superiore della popolazione ebraica, attraverso le figure che dal punto di vista storico ne sono state la massima interpretazione.

Ultimo, ma non per importanza, resta da ricordare “Ferrara, città dalle mille meraviglie” (Parma, Maccari, 1960 ca.). Il contenuto era tratto da una conferenza che il prof.Boschi fu invitato a tenere alla “Leonardo da Vinci” di Firenze nel ciclo monotematico “Illustri città minori”.

Scrive l’editore Maccari in un passo della prefazione:
“L’autore vuole con questo libro comunicare qualche cosa dello “stato poetico” suscitato nel suo animo dalla maliosa Ferrara: della quale egli si considera sempre cittadino per averla vissuta per lungo ordine d’anni, traendone esperienze in vari settori di vita; e svolgendovi in pari tempo un’opera il cui ricordo non dovrebbe essere soffocato.”

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